Ciao Chiara,
l’altro giorno spero di non aver fatto la figura del rimbambito: ma sono rimasto rapito dal tuo vestito. Ti chiedo anche scusa per questo gioco di rime, ma non ho saputo resistere alla musicalità. Perché altrimenti come potrei raccontare, come mi piacerebbe, come mi piacerebbe essere in grado, l’effetto che mi ha fatto vederti addosso quell’abito? Perché una persona poi dovrebbe essere così colpita, praticamente scioccata, da un capo d’abbigliamento? Talvolta succede, a me è successo l’altro giorno, quando ci siamo fatti una passeggiata sotto i portici, a far chiacchiere, a sbirciar bancarelle, a sfogliare libri insieme. È stato un bellissimo modo di concludere il pomeriggio. Io non ho idea di come tu abbia avuto il tempo di prepararti, mentre io mi presentavo dal lavoro sfatto marcio. Ma tant’è, mi hai regalato uno scorcio d’estate, una ventata d’aria fresca – tutte quelle cose banali che hanno sempre il potere di riempire il cuore di un uomo di un’illogica euforia. D’altronde la logica non può c’entrare niente. La logica non ha gli strumenti per capire, apprezzare certe cose. Si tratta di lampi di sensi, di percezione immediata, senza praticamente tempo di risposta. È colpa dell’amigdala? È merito dell’amigdala? Non saprei, non è il mio campo di studi. Io so soltanto di essermi emozionato veramente.
Non so dove tu l'abbia trovato, magari è più comune di quello che io creda, ma non mi è mai capitato di vederlo nelle vetrine. È un vestito con la gonna a ruota, delle sottili bretelline che lasciano le spalle scoperte, maniche corte e uno scollo non troppo profondo. Aveva dei colori pastello vivacissimi, che mi sembrava di camminare a fianco di un prato fiorito: c'era il rosso, il verde, il giallo, il rosa, così ricordo, in una composizione floreale. Lo indossavi con confidenza, con gusto. Ho avuto l'impressione che tu sai che quello è un capo giusto per te, e che lo indossi con orgoglio e un pizzico di autocompiacimento. Per me era come girare con una batteria ambulante. La tua presenza mi dava energia, luce, gioia.
Mentre ci scambiavamo libri e idee, e tu mi hai convinto a prendere un volume della Szymborska, e io uno di Bioy Casares (che so già non ti piacerà), io sentivo questo influsso magico di questo capo di abbigliamento e del tuo portamento e della bella giornata in centro, l'ultimo sole del pomeriggio, il caldo sulla pelle dopo le ore in ufficio, i muscoli che si rilassano, la mente che si apre, il brivido dell'opportunità di trascorrere del tempo assieme. La cornice era l'accompagnamento, le conversazioni su libri, poesie, copertine, offerte accattivanti, era la melodia; e la tua mise era l'energia che permetteva all'orchestra di suonare con trasporto e convinzione. Ho fatto fatica, lo confesso, in certi momenti in cui le nostre spalle si avvicinavano, a mantenere la concentrazione, perché il tuo profumo mi entrava nel naso e mi sembrava che la testa girasse, sicuramente si alleggeriva, sicuramente l'attenzione faceva fatica a restare sulla pagina. A volte ci sono le cose belle, a volte si passa il tempo circondati dalle cose belle; e a volte ci sono delle cose troppo belle, che rubano tutta la scena.
Non pensavo, non avevo idea, se lo avessi saputo forse mi sarei fatto trovare anche io meglio sistemato, che tu ti saresti presentata in modo così ben curata. L'ho trovato un gesto dolce nei confronti del nostro incontro. Pensavo ci saremmo trovati con il nostro abbigliamento di tutti i giorni e i normalissimi problemi sulle spalle; invece tu inforcavi un paio di lenti da sole grandi e tonde e mi accoglievi con un sorriso di complicità. Sì, è arrivato il momento di godercela, mi sembravi dire, e a me si è svoltato tutto. Mi sono sentito fortunato, mi sono voluto prendere ogni momento di quelle orette in compagnia. Eri molto bella e io non potevo non riempirmene gli occhi, per conservarlo nella mia memoria anche nei tempi a venire. In fondo, sì, è naturale che si abbia voglia di essere curati, presentabili, e di affermare la propria presenza nel mondo anche con il proprio aspetto, il proprio look. Ma c'è qualcosa di diverso, di speciale, nel farlo nel bel mezzo di un giorno qualunque. C'è un significato che si vuole dare a quel momento, che sia per sentirsi meglio con se stessi, essere all'altezza di una situazione; voler colpire, sapere di non avere lasciato niente al caso; ma anche fare un regalo alle persone che ci stanno attorno. Io l'ho vissuta così, come un piccola cosa che mi hai voluto dare per il nostro incontro, un pensiero. E io l'ho apprezzato tanto, e mi ha trasformato l'umore, e te ne sono grato. Averti conosciuta è stato l'evento più inaspettato, sorprendente, stimolante ed emozionante che avessi mai potuto chiedere. E il nostro scambio di lettere è quello che lo rende ancora più speciale. Sono felice di averti trovato.
Sono curioso di sapere alla fine per quale film opterai tra gli orari che abbiamo guardato al telefono e di cui abbiamo discusso al bar, davanti allo spritz. Quel posto è carino, ha un dehor accogliente ma forse i cocktail non valgono il prezzo che costano. Comunque ci stava proprio e anche la camminata dopo, quando faceva più fresco. Io poi mi sono messo le cuffie nelle orecchie e ho ascoltato musica fino a casa. Non ho preso mezzi perché non ne valeva la pena. Alla fine avevo le gambe a pezzi! Ma soddisfatto. Sono felice che ti sia divertita. Sentiamoci nei prossimi giorni e cerchiamo di replicare presto!
Un grande abbraccio
Tuo Jack (non mi resta che firmarmi così)